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Progettata in Alfa Romeo da Orazio Satta Puliga e Giuseppe Busso, la "TZ" è stata prodotta in collaborazione con l'Autodelta, che provvedeva all'elaborazione dei propulsori e all'assemblaggio, con la SAI Ambrosini, incaricata di realizzare i telai tubolari, e con la Zagato, incaricata di formare la carrozzeria con struttura tubolare, concettuale evoluzione della Giulietta SZ coda tronca.

Montava il motore bialbero Alfa Romeo con cilindrata di 1570 cm³ derivato da quello della Giulia TI a doppio albero a camme, alimentato con due carburatori orizzontali doppio corpo Weber da 45 DCOE erogava una potenza di 112 hp (82 kW) a 6500 giri/minuto (nel modello stradale), che arrivarono fino a 160 hp (118 kW) nelle versioni elaborate per le competizioni.

Il telaio era tubolare in acciaio al nickel-cromo con sezioni che variavano tra i 20 e i 30 mm dal peso di 62 kg, abbinato all'affidabile meccanica della Giulia, freni a disco sulle quattro ruote, cerchi ruota in lega di magnesio e sospensioni indipendenti, contenendo il peso in soli 660 kg, raggiungendo una velocità massima superiore a 215 km/h. La vettura fu progettata sia per l’uso stradale che per le competizioni. L’ultima versione montava un propulsore di 119 kW. Il motore fu installato nella scocca con lieve inclinazione a sinistra di 15° rispetto alla verticale, per massimizzare l’afflusso dell’aria di raffreddamento.
Il profilo aerodinamico era innovativo; per incrementare le prestazioni si applicò un disegno a coda tronca, basandosi sugli studi aerodinamici di Wunibald Kamm (soluzione conosciuta anche come Kammback), e studiata in contemporanea anche da Zagato su alcune Giulietta SZ. Nella sua massima evoluzione, la "TZ" raggiungeva nella versione da corsa una velocità di circa 240 km/h.

Il modello debuttò nel novembre del 1963 al Tour de Corse: due vetture costrette al ritiro per incidente e rottura di un braccio della sospensione ma il primo successo non tardò ad arrivare. Il 24 novembre, sempre del 1963, all’Autodromo di Monza in una competizione organizzata dalla FISA, la TZ si impose, occupando i primi quattro posti nella categoria prototipi (nell'ordine: Bandini, Bussinello, Baghetti, Sanesi). Dopo l’omologazione vinse molte altre gare in Europa ed Nord America. Tra il 1963 ed il 1965 furono prodotti 112 esemplari che consentirono l'omologazione nella categoria Sport 1600.

Modello autocostruito.
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